Questo enorme bottone accoglie i visitatori all’ingresso del museo internazionale dei bottoni.
Il museo si trova nella vecchia stazione ferroviaria di Warthausen, piccola cittadina della Germania del sud, ed è diviso in varie sezioni: il tunnel dei tempi, la tesoreria, la sezione multimediale e quella dedicata alle uniformi.
Attorno ad esso sono state create diverse strutture per attrarre i turisti: dall’hotel tematico al caffè della moda con il banco a forma di macchina da cucire, dal ristorante ricreato in una vecchia carrozza di treno al tour turistico sul tratto dismesso della ferrovia.
Tags: bottoni, Germania, museo, Warthausen
che blog originale complimenti!
grazie!Purtroppo è un pò di tempo che non riesco ad aggiornarlo ma tornerò presto con nuovi articoli bottoniferi. Passami a trovare di nuovo!
Veramente carino questo sito!!!
Cercavo dei blog che parlassero di bottoni e sono capitata tra le tue simpatiche pagine!
Sorrisi…
grazie! Un sorriso anche per te!
Il Museo del Bottone di Santarcangelo entra nella letteratura.
Giorgio Gallavotti, il direttore del Museo del Bottone di Santarcangelo, sta mostrando alle decine di visitatori che si affollano attorno a lui, il cimelio che partecipò ai moti del 1831.
Indica il bottone papalino raccolto dal suo avo, luogotenente del Generale Zucchi comandante in capo della milizia di liberazione.
La platea si accalca, mentre l’arguto cicerone dà notizia del sacrificio di cento patrioti Riminesi, che nella battaglia delle Celle a Rimini, dettero la vita per liberare il suolo natio.
Spiega il mistero del ritrovamento, aggiunge notizie certe sulla carriera del generale, sul suo carattere volubile da avventuriero che iniziò a combattere al fianco dei francesi, proseguì al soldo degli austriaci e, quindi, si scoprì patriota.
Conclude il breve, ma intenso racconto, ricordando ai presenti che alla fine della giostra gli austriaci, i quali non gradirono il tradimento del militare, lo imprigionarono per più di dieci anni.
– A proposito di galera, guardate – il direttore del museo prende con la mano destra un libricino giallo, lo alza affinché tutti possano vederne la copertina. Qualcuno sorride, qualcun altro ride proprio di gusto. In copertina, sullo sfondo della scalinata che mena al “Campanone” di Santarcangelo, un giulivo bottone rosso scende allegramente ma… a destra, nascosto dietro un muro, si scorge la sagoma di un assassino che impugna un coltellaccio nero; è l’agguato al bottone!
– Questo libro – prosegue Gallavotti – è stato scritto da due carcerieri moderni, qui è raccontata per filo e per segno la vicenda del generale, narrata in prima persona da questo bottone, come hanno fatto? Leggete e lo scoprirete.
– Gli autori, l’Educatore Amedeo Blasi e l’Assistente Capo Silvio Biondi, entrambi operatori del carcere di Rimini, mi hanno onorato di rendermi umile depositario di questo museo, nato dalla mia passione e dall’amore della mia dolce Giulia, protagonista indiscusso di nove racconti. Questo – ed indica il bottone papalino – ma anche quello – ed indica in lontananza un altro bottone – quell’altro laggiù vedete? Ogn’uno ha la sua storia da raccontare, una storia a metà tra la realtà e la fantasia.
Ad ogni indicazione di Giorgio la folla si gira e sussulta cercando con gli occhi smarriti tra i mille bottoni. C’è in sala un fermento inconsueto, c’è un po’ di elettricità. Il direttore del museo sorride soddisfatto e dice: – Questi due “secondini” mi hanno infilato nella letteratura. Ripone il libricino giallo, lo indica ancora e conclude: – Ne leggerete delle belle anche qui!
Autori: Silvio Biondi – Amedeo Blasi
“Il Bottone del Generale Zucchi” Graph Editore
silsab@inwind.it