Archive for gennaio, 2010

Bottoni in mostra

domenica, gennaio 31st, 2010

Nel 2003 presso il Padiglione Reale della stazione Centrale di Milano si è tenuta la mostra “Il Bottone – Storia Arte e Moda” curata da Franco Jacassi, collezionista e proprietario dei bottoni esposti.
Migliaia di bottoni di materiali ed epoche diverse a testimoniare la bellezza, la versatilità e la creatività di questi oggetti. Il tutto accompagnato da un bellissimo catalogo che potrete sfogliare qui e da una mostra nella mostra: immagini fotografiche di Alfredo Sabbatini che esaltano, tra colori e bianco e nero, meravigliosi bottoni.

E se non siete stati tra i fortunati visitatori (come me) vi dovrete accontentare di questo giro virtuale:

La smorfia dei bottoni

venerdì, gennaio 29th, 2010

I numeri, i sogni e il gioco sono intimamente legati da secoli. La smorfia è il libro che raccoglie la tradizione orale che collega i numeri ai sogni e agli avvenimenti quotidiani e una tradizione più colta ed esoterica che usa la cabala per indovinare i numeri. Si ricorre ad essa per interpretare i sogni, i segni più vari o le lettere dell’alfabeto a cui vengono assegnati per l’appunto uno o più significati numerici, e da essi poi si ricavano i numeri corrispondenti per giocarli al lotto. La smorfia è per tradizione legata alla città di Napoli ma ne esistono diverse legate ad altre città.
Sembra che chi sogna un bottone dovrà affrontare alcuni imprevisti. Per quanto riguarda i numeri, invece, il bottone nella smorfia napoletana corrisponde all’8, in quella moderna al 5.
41 è il bottone rotto, 35 il bottone d’oro, 21 il bottone da abito, 16 il bottone da gilé, 66 il bottone da livrea, 7 il bottone da uniforme, 38 il bottone d’argento. Buoni sogni, quindi, e buon gioco!

Il bottone spia

mercoledì, gennaio 13th, 2010

Questa singolare macchina fotografica con un bottone al posto dell’obiettivo è uno dei tanti strumenti che venivano utilizzati dagli agenti del Ministero per la Sicurezza di Stato nell’ex DDR  per spiare il “nemico”. E’ attualmente esposta nel Museo della Stasi
insieme a registratori ed oggetti di uso comune dove venivano nascosti i dispositivi che servivano all’attività di spionaggio.
Se volete provare il brivido di sentirvi per un giorno un perfetto 007, sappiate che in rete si trovano facilmente apparecchi da camuffare come se fossero bottoni (di sicuro più piccoli e leggeri del loro antenato) come questi:

Bottoni, oggetti smarriti

domenica, gennaio 10th, 2010

Oggetti smarriti è il titolo di un’istallazione di Ascanio Celestini presentata in occasione della Giornata Europea della memoria 2009 all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
Il noto attore e drammaturgo registra da anni voci di minatori, contadini, operai, lavoratori precari, medici e infermieri, preti e deportati: “centinaia di persone senza più una faccia che abitano uno spazio immateriale”. Per questa occasione ha scelto i racconti di alcuni di questi e li ha inseriti in una serie di oggetti. Accanto ad ogni oggetto una lampada che lo illumina e che gli spettatori-visitatori, premendo un interruttore, possono far rivivere ascoltando cosa l’oggetto ha da raccontare.
Tra gli altri una quantità di bottoni vecchi, appartenuti alla nonna, da cui esce la voce di un deportato durante la seconda guerra mondiale.

Bottoni: arte, moda, costume, società, seduzione, storia

sabato, gennaio 9th, 2010

Qualche settimana fa ho ricevuto per posta questo libro, gentilmente inviatomi dal sig. Gallavotti, direttore del museo del bottone di cui ho già parlato qui.
Il libro è diviso in quattro capitoli:

Importanza sociale del bottone nei rapporti interpersonali
Costume e società
I materiali
Il bottone nell’arte e l’arte del bottone

Come dice lo stesso autore, il libro non pretende di essere esaustivo, si tratta per lo più di appunti frutto della sua lunga esperienza nel settore e tanta passione e impegno.
L’aspetto che mi ha più interessato è il numero di foto presentate, credo sia un buon modo per far parlare direttamente i protagonisti: i bottoni. Peccato solo per la bassa qualità di alcune immagini che non rendono completamente la bellezza di questi piccoli oggetti.
Lo potete acquistare direttamente al museo o ordinarlo per posta.